Controlli fiscali: quali sono quelli per lo sport
Il mondo del terzo settore, nel quale spesso fanno parte anche le associazioni sportive, è oggetto da qualche tempo di una particolare attenzione dell’amministrazione finanziaria. Sono tanti i controlli fiscali che vengono svolti per ASD e SSD, con lo scopo di individuare coloro che si approfittano indebitamente delle agevolazioni fiscali previste per questo tipo di realtà. I controlli fiscali, quindi, servono a tutelare innanzitutto coloro che svolgono correttamente la propria attività, troppo spesso messa a rischio da coloro che, pur non avendone i requisiti, ottengono diversi vantaggi.
L’Agenzia delle Entrate, in un’apposita circolare dedicata alle linee guida sulla “prevenzione e contrasto dell’evasione fiscale” ha sottolineato come e perché intende svolgere questi controlli fiscali per il settore degli enti non commerciali. “Con specifico riferimento agli enti non commerciali e alle Onlus gli Uffici opereranno un numero di controlli idoneo a supportare l’effetto di deterrenza, nonché il recupero delle agevolazioni illegittimamente fruite, nei confronti dei soggetti che apparentemente si presentano come non profit, ma in realtà svolgono vere e proprie attività commerciali, tenendo anche conto dell’attività svolta negli anni passati e valutando attentamente le modalità istruttorie più idonee da adottare”.
Per questo l’analisi sarà “rivolta prioritariamente nei confronti delle organizzazioni che svolgono attività inidonee a perseguire scopi sociali, procedendo al disconoscimento di ente non-profit, con recupero a tassazione delle agevolazioni indebitamente fruite”
Guida ai controlli fiscali per ASD e SSD
Prima di procedere con un accertamento fiscale l’AdE si occuperò di verificare innanzitutto l dati presenti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) e quelli del Registro CONI. Durante i controlli fiscali verranno richiesti i seguenti documenti:
- atti costitutivi dell’associazione o società sportiva;
- documenti di affiliazione al CONI (ove previsti);
- modello EAS;
- libri verbali;
- bilancio sociale;
- contratti;
- rendiconto economico;
- sponsorizzazioni.
Questi documenti servono per verificare la presenza o meno dei requisiti della natura associativa dell’ente sportivo. Inoltre possono essere svolte anche delle “interviste” ai soci delle ASD e SSD per verificare la loro conoscenza della materia associativa. Capita, infatti, che la loro nomina sia solo fittizia proprio per ottenere i benefici previsti per gli enti del terzo settore.
Successivamente si procederà anche a un controllo sulle attività economiche svolte dall’ente in analisi. Verranno controllate sia le spese che il numero (e la tipologia) di corsi svolti, l’eventuale presenza di attività commerciali, così come il numero e la qualifica degli istruttori inquadrati nell’associazione sportiva.
Nel caso in cui l’ASD o la SSD oggetto di controlli fiscali abbia anche la gestione di uno o più impianti sportivi, verranno svolte verifiche anche su di essi. Saranno analizzati le modalità di gestione, il tipo di attività esercitato, gli orari di apertura e chiusura, gli incassi e il peso economico.
Come comportarsi
Come si può vedere, l’Agenzia delle Entrate prova a intensificare i controlli fiscali per rendere più corretta e trasparente la gestione delle attività sportive senza scopo di lucro. Il consiglio è quello, da una parte, di essere collaborativi con gli organi che si occupano dello svolgimento dei controlli. Un atteggiamento ostile non è certamente utile e potrebbe solamente che generare sospetti e inasprire le pene. Dall’altra parte è utile controllare periodicamente se il proprio operato è regolare e altrimenti adeguarsi a quelle che sono le normative di legge vigenti.
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